Appunti su Giuseppe Ungaretti

Una lunga vita segnata da molte esperienze

Nasce il 10 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto, da genitori toscani trasferitisi per lavorare al taglio dell’istmo di Suez (per l’inaugurazione del quale Giuseppe Verdi scrisse l’Aida). Rimase orfano di padre ad appena due anni, e fu la madre a garantirgli un’infanzia agiata. Nella prima opera poetica rimane traccia dell’amicizia con Mohammed Sceab, un compagno di scuola arabo che poi morirà suicida. A questo periodo risale la frequentazione del cenacolo letteario del poeta greco Kostantinos Kavafis.
Si sposta a Parigi, dove segue le lezioni di Bergson, ed è da quest’esperienza che trae alcune suggestioni per la sua poetica in merito al tempo e alla memoria. Stringe amicizia con Apollinaire e con importanti figure del panorama artistico, come ad esempio De Chirico e il fratello Savinio e Umberto Boccioni. Fra le due fazioni presenti all’interno del dibattito pubblico italiano all’alba della Prima Guerra Mondiale, decide di prendere le parti degli interventisti; ritorna in Italia col fervente desiderio di partecipare al conflitto.

In prima linea sul fronte del Carso, prende atto delle miserie e della disumanità della guerra. Da questa esperienza trae materia poetica che convoglierà in Porto sepolto. Dopo la guerra, ritorna a Parigi e riesce a pubblicare (con un editore fiorentino) Allegria di naufragi, che include e amplia la raccolta precedente. Diviene anche il corrispondente dalla Francia del quotidiano di Benito Mussolini “Il popolo d’Italia”.
Nel 1921 si trasferisce a Roma e collabora con testate giornalistiche. Una visita al monastero di Subiaco lo riavvicinerà alla fede, conducendo la sua ricerca poetica verso percorsi nuovi. A quest’epoca risale la raccolta Sentimento del tempo.
Nel 1937 si sposta in Brasile come insegnante di letteratura italiana. La morte del fratello e del figlioletto renderanno il periodo ancor più gravoso.
Ritornato in Italia, insegnerà alla Sapienza di Roma, ma subirà un processo per essersi compromesso con il fascismo.
Dopo la guerra, pubblica diverse opere, fra le quali Il dolore, La terra promessa, Un grido e paesaggi.
In vecchiaia diventa un volto familiare al pubblico, personificando l’aspetto del poeta dell’immaginario collettivo: anziano e dalla voce profonda, è molto amato dagli italiani.
Morì a Milano il 1° giugno 1970.

 

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Alcuni temi della sua opera

Il tema dell’innocenza originaria dell’umanità, alla quale il poeta anela, è un filo rosso che attraversa tutta la sua opera. Si pensi, ad esempio, al titolo della prima raccolta Il porto sepolto: la poesia è uno scavo alla ricerca di un’innocenza originaria. Nell’edizione completa delle proprie poesie, annota che «Come diceva Platone, noi non conosciamo le idee, noi abbiamo reminiscenze, ricordi, echi di idee». In questo senso, la ricerca dell’innocenza originaria si salda inscindibilmente con la teoria platonica della conoscenza, secondo la quale quest’ultima si basa su un ricordo.

Il senso ultimo della poesia è uno scavo (si tenga sempre a mente la polisemia del titolo Il porto sepolto) che vuol portare alla luce il senso ultimo dell’esistenza.

Le opere principali

Il porto sepolto (1916) è un diario in forma poetica, poiché ogni componimento è accompagnato dal giorno e dal luogo in cui è stato scritto. Il tema è quello della precarietà della vita e il titolo, come detto, fa riferimento al ruolo del poeta come novello Orfeo. È infatti destinato alla ricerca del senso dell’esistenza e allo scavo.

L’allegria di naufragi è la raccolta della poesia dell’attimo che fugge. La prima edizione è del 1919, la seconda è del 1942 e ha un titolo differente, L’allegria. Quest’ultima edizione presenta uno stile diverso, più essenziale, e una ristrutturazione interna. Il tema dominante è la guerra, ma è presente una sezione dedicata all’apprendistato poetico durante il periodo precedente il conflitto e una sezione che narra poeticamente l’addio alla giovinezza. Domina la figura del girovago (come Ungaretti stesso, che è comunque simbolo dell’umanità intera). L’ossimoro contenuto nel titolo della prima raccolta è anche un omaggio poetico a Leopardi e al suo «naufragar» della poesia L’infinito: costituisce per Ungaretti un naufragio mistico in Dio e un rinnovamento dell’umanità.

Sentimento del tempo (diverse edizioni dal 1933 al 1943) è una raccolta diversa dalle precedenti: la cesura è rappresentata dalla scelta stilistica di riavvicinarsi al verso più compiuto e meno scarno. Infatti, spesso si ritorna a una sorta di endecasillabo, anche se spesso irregolare. L’esigenza di misura è data dal tema affrontato: il trionfo della caducità. Trasferitosi a Roma, il poeta osserva le rovine e si interroga sul senso della vita. Un alone mitologico e l’influsso del barocco contribuiscono ad assegnare grande importanza al ruolo svolto dalla città di Roma nella sua ispirazione.

L’ultima stagione poetica vede il permanere di alcuni temi, ma anche l’introduzione di nuovi. Il dolore è la raccolta che lui amò di più e tratta dei lutti personali e della catastrofe bellica, ma il sostrato è sempre di speranza. La terra promessa è una proiezione mitica (non biblica, nonostante il titolo) e tratta della vanità dei temi terreni. Con Il taccuino del vecchio, Ungaretti ci lascia un testamento poetico, questa volta con allusioni a tematiche bibliche.

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Lo stile poetico

Il verso smembrato contraddistingue la prima ricerca poetica, ed è presente soprattutto nel Porto sepolto. Il verso libero apprende la lezione della destrutturazione: è questo a conferire originalità alle scelte stilistiche di Ungaretti.
La poetica dell’attimo è quella abbracciata nell’Allegria: lo stile asciutto asseconda la ricerca poetica dell’essenziale dell’esistenza.
Come detto, con Sentimento del tempo si assiste a un parziale ritorno all’ordine del verso.  


 

Questa serie di testi è pensata anche come supporto agli studenti del corso Storia e testi della letteratura italiana (da Leopardi a Caproni).