Raffaella Surian: uno sguardo sull’incisione di oggi

Chi l’ha detto che l’incisione debba essere solo in bianco e nero? Rispetto alla tradizione incisoria moderna, spesso in bianco e nero, Raffaella Surian decide di scegliere il colore, con uno stile incisorio «pittorico». Attraverso una grande capacità di analisi del proprio percorso creativo, ci racconta i suoi progetti nel corso del tempo.

Raffaella Surian si racconta attraverso cinque lavori

«Inizialmente ero legata ai maestri dell’accademia (ho frequentata la NABA degli inizi…) ho successivamente sviluppato una ricerca personale, usando l’incisione come tecnica espressiva e non riproduttiva. Questo è stato chiaro fin dall’inizio con I tre re che presentano un segno molto acidato, inchiostrazione a tarlatana…un procedimento non certo canonico… Sono stati insegnamenti e suggerimenti del prof. Walter Valentini di cui sono diventata poi assistente»

 

I tre re, 1981, acquaforte e acquatinta, 350×250 mm

«Ho avuto poi l’esigenza di introdurre il colore e di operare su carte più ampie come in Orizzonte Nord e Cielo di Grindenwald. Ho usato più avanti, molto spesso la maniera a zucchero che mi dava la possibilità di ottenere un segno più pittorico e quindi più consono alla nuova stagione poetica su cui stavo lavorando; il colore diventa sempre più insistente e il nero scompare. Ricordo che Luigi Veronesi mi sgridava dicendo “Tu dipingi con l’incisione”.
Mi è sempre piaciuto molto usare anche la tecnica a Cera Molle per ottenere un segno come di matita grassa come si vede in Libro Blues. »

 

Orizzonte nord, 1989, acquaforte e cera molle, 260X860 mm

 

Libro d’artista: blues stasera del vento, 2005, testo di Davide Rondoni

«Il passaggio successivo è stato quello di cercare di ottenere una composizione senza contorni, come se i segni e i pieni entrassero e uscissero dal foglio. Ho stampato infatti alcuni lavori al vivo nella carta in Pioggia: ho iniziato a spezzare le lastre e a ricomporle poi, stampando a più battute in modo da ottenere sovrapposizioni di forme e di colori.»

 

Pioggia, 2005 acquaforte, maniera a zucchero e cera molle, 510×355 mm

«Le incisioni su plexiglas e i collage sovrapposti a basi di incisione,  sono stati inizialmente un esperimento per realizzare carte sempre più grandi come in Confine, ma poi l’ho adottato come metodo per ottenere anche  stampe monotipate e quindi pezzi unici.»

 

Confine, 2011, incisione su plexiglas acquaforte e collage 715x 800 mm

«Questa modalità di usare la tecnica incisoria l’ho sentita molto consona a quello che volevo ottenere come resa finale della mia espressione artistica, ma sono sempre stata osteggiata dai cosiddetti puristi.
La galleria Tabanelli Il Mercante di Stampe di Milano ha invece promosso il mio operare e i miei lavori, ed è nata una bella collaborazione.
Anche i miei lavori di pittura sono realizzati col supporto della carta e spesso intervengo con tratti di pastello che riprendono il gesto del segno e del tratto incisorio.»