Invito alla lettura di Sostiene Pereira. Una testimonianza di A. Tabucchi

Romanzo del 1994 che ha vinto numerosi premi fra i quali il Campiello, Sostiene Pereira è un romanzo di umanità vera.

Un narratore esterno riporta la testimonianza di Pereira, un ex giornalista di nera che ora gestisce la pagina culturale del giornale del pomeriggio Lisboa. Siamo nel Portogallo del 1938, durante un torrido agosto in cui «Lisbona sfavillava» e Salazar inaspriva il regime.

Lo stile è in apparenza lineare, ma l’effetto di straniamento è assicurato: chi è questo narratore, la cui voce si sovrappone a quella del testimone Pereira? Le due voci offrono un racconto dinamico e decisamente meno ingessato rispetto a una comune prima persona; l’intelligente uso del discorso diretto privo di segni che lo introducono (niente virgolette) e del discorso indiretto libero rendono il dettato particolarmente ricco e vivace. Pereira, come tutti noi quando riferiamo degli avvenimenti, è reticente e non riporta tutto al narratore, il quale mette sempre in luce quando Pereira omette. Un rincorrersi di voci in un romanzo, in cui l’azione è appesantita dall’obesità e dal sudore del protagonista. La moglie defunta, alla quale parla attraverso una fotografia, e la sua cardiopatia sono la colonna sonora della banale quotidianità di Pereira. Tra bagni freddi per rinfrescarsi, limonate piene di zucchero e omelettes alle erbe aromatiche al Café Orquidea, Pereira incontra alcune persone che gli cambieranno la vita: Monteiro Rossi, Marta e il medico della clinica talassoterapica, dottor Cardoso.

 

 

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Un romanzo di formazione di Pereira e della sua coscienza civile, in cui il ruolo inconsapevole di maestro è svolto da un ragazzo molto più giovane di lui. Un romanzo che parla di letterati, che parla di giornalismo, di storia e di politica. Un romanzo che insegna a farsi un’idea propria e a diventare protagonisti della Storia. Un romanzo che accompagna il lettore in un sogno così vivido da sembrare realtà, tenendolo per mano e sussurrandogli all’orecchio il mantra “sostiene Pereira”, formula assertiva usata in luoghi salienti del romanzo e che ricorda che questo testo è una testimonianza di vita, di impegno, di buona letteratura, di fervida immaginazione e di sano divertimento.